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Busta paga minima per ottenere un finanziamento: guida caso per caso

Richiedere un prestito di denaro potrebbe essere un’operazione molto difficile in certi casi, quanto molto semplice in altri. Di seguito vediamo una guida dettagliata sulla busta paga minima da percepire per ottenere un finanziamento in tutta tranquillità. 

Finanziamento: busta paga minima per ottenerlo

Come abbiamo anticipato, la concessione di un prestito o di un finanziamento è subordinata ai controlli necessari, esperiti da un qualsiasi ente bancario o di credito, al fine di valutare la condizione economico finanziaria di colui che sta richiedendo accesso al credito.

L’unica forma di garanzia certa che la banca o qualsiasi altro ente di credito richiede per concedere un finanziamento è la busta paga.

La busta paga infatti è la principale documentazione di reddito richiesta in fase di richiesta di accesso al credito.

Fino a qualche tempo fa, in assenza della busta paga era praticamente impossibile sperare di ottenere un finanziamento o un qualsiasi tipo di prestito perché le banche, e più in generale le finanziarie, erano molto più stringenti sotto questo aspetto e la busta paga era considerata un requisito fondamentale per avere accesso al credito. Oggi, fortunatamente, sono considerate valide ai fini della richiesta di finanziamento altre forme di garanzie che comunque devono essere sempre valutate caso per caso.

Ad oggi, in certi casi, è addirittura possibile fare una richiesta di prestito anche senza busta paga, pertanto non c’è da disperare se non si è in possesso di una documentazione di reddito da presentare alla banca. Tuttavia, la busta paga resta ancora la garanzia principale richiesta da qualsiasi banca, quella che consente alla richiesta di finanziamento di andare a buon fine.

Attenzione però, nel momento stesso in cui si effettua una richiesta di finanziamento è importante anche conoscere se si disponga della busta paga minima per poter ricevere il prestito desiderato. Questo perché nel momento in cui si effettua una richiesta di finanziamento, la banca non solo valuterà la presenza di un reddito certo e dimostrabile, ma valuterà anche l’entità del reddito.

Non basta quindi possedere una busta paga per ottenere un finanziamento, ma occorre anche una certa soglia di reddito per poter ottenere un finanziamento. Nel caso in cui infatti, un richiedente percepisce una busta paga al di sotto della soglia minima richiesta per avere accesso al credito, la banca provvederà a respingere la richiesta di finanziamento e a inserire il richiedente nei database SIC (Sistemi di informazione creditizia) e CRIF (Centrale rischi finanziari).

Il nominativo della persona segnalata rimane all’interno dei database per una durata massima di circa 30 giorni, durante i quali non è possibile presentare alcun tipo di richiesta di accesso al credito.

In casi come questi, quindi sarebbe forse utile rivolgersi prima a un consulente creditizio che saprà sicuramente valutare al meglio il vostro caso.

Tornando al problema iniziale, non è possibile dare una risposta certa ed univoca: non esiste quindi una soglia minima universale, ma la somma richiesta deve essere sempre proporzionata al reddito percepito, in modo da consentire al richiedente di poter pagare le rate del finanziamento senza incorrere in eccessivi indebitamenti. In linea di massima possiamo sostenere che le banche e gli enti di credito considerano valida una busta paga del valore di circa 750 euro, rimanenti dopo il pagamento della rata del finanziamento. 

Vediamo adesso, caso per caso,  quale sia la busta paga minima da percepire per richiedere un finanziamento.

Guida caso per caso alle buste paga minime per richiedere un finanziamento

Come abbiamo detto non c’è una vera e propria soglia minima relativa alla busta paga, tuttavia vi sono dei parametri da rispettare entro i quali rimanere per poter richiedere un finanziamento.

In linea generale possiamo dire che, più stabile e sostanzioso è il reddito più facile sarà chiedere e quindi poi ottenere un prestito.

Infatti, quando il reddito percepito è basso più è difficile ottenere alcuni tipi di finanziamento. Il primo caso che vogliamo trattare è quello della cessione del quinto. Questa tipologia di finanziamento consente a chi ne fa richiesta di rimborsare le rate mediante la cessione di una porzione del proprio stipendio che viene direttamente trattenuta in busta paga. Si tratta di una formula di finanziamento particolarmente gradita dai lavoratori soprattutto quelli che hanno un contratto di lavoro subordinato. L’INPS, infatti, tutela i lavoratori e soprattutto la soglia minima stipendiale che non può mai essere toccata. Nel momento infatti, in cui un richiedente chiede la cessione del quinto, la quota viene calcolata in modo da non intaccare mai il trattamento minimo. Per il 2024 la soglia è stata fissata a circa 523,83 euro. Questo vuol dire, quindi, che come suggerisce il nome, la busta paga viene divisa per cinque, individuando quindi la soglia minima che può essere ceduta. In altre parole, la somma minima non può mai essere superiore al quinto della soglia massima cedibile.

Al contrario, se il reddito idealmente diviso per cinque viene decurtato della quinta parte e scende al di sotto della soglia, l’importo della rata si riduce oppure, nei casi peggiori la richiesta di finanziamento viene respinta, per due motivi:

  • perché legalmente non si può scendere al di sotto della soglia minima;
  • perché il richiedente non ha la capacità economico finanziarie per gestire il piano di rimborso del finanziamento.

Alla luce di quello che abbiamo detto, va da sé che un contratto di lavoro con busta paga netta di 500 euro non è sufficiente a richiedere un finanziamento mediante cessione del quinto, poiché la quota da corrispondere sarebbe troppo sproporzionata al reddito percepito.

Al di fuori della cessione del quinto, in tutti gli altri casi, la somma della rata da corrispondere mediante piano di ammortamento non può mai essere superiore al 20%-30% dello stipendio percepito. Immaginiamo ad esempio di avere uno stipendio pari a 1.300 euro, in questo caso, se si opta per una restituzione del finanziamento con addebito sul conto corrente, la quota da corrispondere non potrà mai superare i 260 euro (20%) e i 390 euro (30%).

I casi che abbiamo visto sono soprattutto validi per coloro che sono dotati di busta paga derivante da un contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato. Un contratto di lavoro che non ha scadenza è infatti considerata una garanzia estremamente solida da qualsiasi ente di credito, poiché costituisce garanzia certa di rientrare in possesso del capitale prestato.

Tuttavia, il mondo del lavoro, estremamente variegato, prevede anche la presenza di lavoratori a termine che, tuttavia possiedono una certa continuità lavorativa. Senza addentrarci troppo nel merito della questione se sia giusto o sbagliato, rimaniamo comunque aderenti a quello che ci interessa in questa sede e cioè quale sia la busta paga minima per un finanziamento con un contratto a termine, in questo caso. Anche in questo caso, non vi sono differenze con un contratto a tempo indeterminato. Perciò, anche in questo caso, occorrerà rispettare la quota minima e fare in modo che sia sempre salvaguardato il trattamento minimo che, a prescindere che il contratto sia a tempo determinato o indeterminato deve sempre essere la stessa.

Nel caso di un contratto a tempo determinato, tuttavia, occorre fare in modo che la quota rimborsare sia sostenibile dal lavoratore e che l’intero finanziamento sia estinto entro la durata del contratto di lavoro a termine. In altre parole il contratto di finanziamento non può avere una durata superiore al contratto di lavoro a tempo determinato

Sebbene possa sembrare un elemento di poco conto, in effetti non lo è. Se infatti occorre salvaguardare la quota minima prevista dagli organismi di previdenza sociale e che sono gli stessi anche in questo caso, la somma richiedibile agli enti di credito non potrà essere eccessivamente elevata, proprio perché occorre considerare che dovrà essere corrisposta nei tempi consentiti dal contratto di lavoro a termine. Questo perché la rata mensile non potrà mai essere eccessivamente gravosa e dovrà, ovviamente, tenere conto della precarietà del contratto subordinato.

Oltre alla busta paga, è bene ricordarlo, esistono altri documenti di reddito che possono essere considerati per poter richiedere un finanziamento e che possono essere assimilati alla busta paga di un lavoratore subordinato (che sia a tempo determinato o indeterminato). Stiamo parlando della pensione. Anche i percettori di pensione possono richiedere un finanziamento, sia mediante cessione del quinto che mediante rimborso di rate mensili e anche in questo caso valgono le stesse regole.

Per la pensione la soglia minima da rispettare è pari al 501,89. Nel caso in cui un pensionato riceverà un assegno mensile di 550 euro, non potrebbe chiedere la cessione del quinto in quanto il quinto della pensione sarebbe pari a 110 euro e togliendo questa quota a una pensione così bassa, il percettore andrebbe ben al di sotto della soglia minima consentita dalla previdenza sociale e utile al sostentamento personale.

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